Sfida all’obesità : Patologia

Sovrappeso e obesità sono definiti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) come condizioni di anormale o eccessivo accumulo di grasso corporeo indici di un rischio per la salute.

Dal 2000 l‘OMS ha infatti stabilito che a causa dell’obesità esiste una maggiore percentuale di mortalità e morbilità.

L‘obesità è causata da fattori biologici (per almeno un 30% genetici), psicologici e socio-ambientali ma, in ogni caso, l‘eccesso ponderale è causato da uno squilibrio fra assunzione calorica e spesa energetica a favore della prima.

In sostanza si mangia di più di quello che si dovrebbe, come documentato dalle ricerche più recenti.

L’obesità è una patologia: “L’obesità costituisce potenzialmente una minaccia per la vita”.

La mortalità cresce con l’aumentare dell’obesità, in particolare quando quest’ultima è associata ad aumento del grasso intra-addominale.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità sono attribuiti all’obesità il 21% delle malattie coronariche, varie tipologie di tumore con quote comprese tra l’8% e il 42% e numerose altre patologie, meno letali, ma comunque pericolose e invalidanti.

L’Obesità viscerale può causare l’aumento della pressione arteriosa, ma spesso non si limita a questo: determina l’aumento dei trigliceridi e colesterolo “cattivo”, con la riduzione di quello “buono” e può causare anche il diabete mellito.

Un insieme di fattori di rischio, come quelli sopra descritti, aumentano la possibilità di sviluppare malattie cardiovascolari, cerebrali e diabete che possono portare a soffrire della cosiddetta sindrome metabolica.

La sindrome metabolica è caratterizzata da una grossa circonferenza vita (dovuta al grasso addominale in eccesso), ipertensione arteriosa, alterata glicemia plasmatica a digiuno o insulino-resistenza e dislipidemia. Le cause, le complicanze, la diagnosi e il trattamento sono simili a quelli dell’obesità.

Nei paesi sviluppati, la sindrome metabolica è un problema serio. Esso è molto diffuso; negli Stati Uniti, più del 40% delle persone dai 50 anni in su può esserne affetta, ma anche bambini e adolescenti possono sviluppare la sindrome metabolica.

Lo sviluppo della sindrome metabolica dipende sia dalla distribuzione che dalla quantità di grasso.

L’eccesso di grasso a livello addominale (conformazione a mela), in particolare quando si traduce in un alto rapporto vita-fianchi (che rispecchia un rapporto muscolo-massa grassa relativamente basso), aumenta il rischio.

La sindrome è meno comune tra i soggetti con accumulo di grasso sottocutaneo sulle anche (conformazione a pera) e un rapporto vita-anca basso (indice di una maggiore proporzione di muscolo rispetto alla massa grassa).

L’interazione di queste patologie aumenta notevolmente il rischio di malattie come l’infarto del miocardio.

Il cuore del paziente obeso spesso “si ingrossa” in caso di cardiopatia ischemica, ipertrofica dilatativa, questo succede perché le modifiche emodinamiche e metaboliche dell’obesità concorrono al sovraccarico cardiaco, di contro alcuni recenti studi hanno evidenziato che l’ipertrofia ventricolare sinistra regredisce rapidamente con il dimagrimento.

L’Obesità purtroppo aumenta anche il rischio di mortalità per molti tumori, in particolare negli uomini la mortalità per cancro del colon-retto e della prostata, mentre si associa nelle donne a una più elevata mortalità per carcinoma della colecisti, delle vie biliari, della mammella, dell’endometrio, della cervice e dell’ovaio.

La prevenzione in questi casi è sempre la miglior difesa in quanto l’obesità è associata a un gran numero di patologie.

L’obesità in quanto tale non è un problema né un indicatore di disturbi psicopatologici, ma la disapprovazione sociale che colpisce l’obesità può favorire l’insorgenza di stress e disturbi dell’emotività.

Questi, a loro volta, possono portare a sintomi da alimentazione notturna e/o da consumo compulsivo di cibo che, ovviamente, influiscono negativamente sull’obesità.

È lo status di “obeso” e non la patologia a influire sulla psiche.”

Le indicazioni di questo articolo hanno scopo ESCLUSIVAMENTE informativo e non intendono sostituire il parere di figure professionali come medico, nutrizionista o dietista, preparatore atletico.
Le informazioni riportate non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto tra professionista della salute e paziente.