La ricerca sta confermando che i probiotici possono modulare il microbiota intestinale, la permeabilità intestinale e la risposta immunitaria: da qui l’ipotesi, suggestiva e razionale, che una integrazione con probiotici potrebbe migliorare anche una disfunzione cognitiva e costituire un utile aiuto ai pazienti con cirrosi. Questo è stato l’obiettivo del gruppo di Germán Soriano che ha studiato l’effetto della Formulazione De Simone sulla funzione cognitiva e sulla risposta infiammatoria nei pazienti con cirrosi. Trentasei pazienti ambulatoriali con cirrosi e disfunzione cognitiva sono stati arruolati e randomizzati in due gruppi per ricevere una bustina di probiotico due volte al giorno per 12 settimane oppure un placebo. I cambiamenti nella funzione cognitiva sono stati valutati con il Psychometric Hepatic Encephalopathy Score (PHES) mentre il rischio di cadute è stato verificato con un apposito test che misurava velocità dell’andatura e incidenza delle cadute; altri parametri presi in considerazione sono stati la risposta infiammatoria sistemica, lo stress ossidativo dei neutrofili, la permeabilità della barriera intestinale con il rilevamento delle proteine FABP-6 e Claudia-3), la traslocazione batterica e il microbiota fecale. I pazienti trattati con il probiotico hanno mostrato un miglioramento del PHES (p=0,006), migliore tempo (p=0,015) e velocità dell’andatura (p=0,02) e una tendenza verso una minore incidenza di cadute durante il follow-up (0% rispetto a 22,2% nel gruppo placebo, p=0,10). Nel gruppo probiotico, è stata osservata anche una diminuzione della proteina C-reattiva p=0,01), del fattore di necrosi tumorale alfa (p= 0,01), della FABP-6 (p=0,009), della claudin-3 (p=0,002), oltre ad un aumento dello stress ossidativo neutrofilo post-stimolazione (p=0,002).